Il film Joker 2 è un flop al botteghino, come ben sappiamo. Ma davvero questa pellicola del 2024 è da mettere nel dimenticatoio e non guardare mai più? Scopriamo le ragioni che ne hanno decretato l’insuccesso e le motivazioni per cui, secondo il mio parere, è invece un ottimo film.
Vi avviso subito che durante l’approfondimento ci saranno alcune anticipazioni sulla trama, che serviranno per farvi capire meglio il significato del film e il mio punto di vista.
- Perché Joker 2 è un flop?
- Il genere musical drammatico non è piaciuto
- La sceneggiatura sembra debole e non articolata
- “Joker: Folie à Deux”: una Harley Quinn poco delineata
- Le prime recensioni hanno influenzato il pubblico
- L’impatto della concorrenza: Deadpool & Wolverine
- 5 Ragioni per cui “Joker: Folie à Deux” in realtà è un bel film
- L’incredibile performance di Joaquin Phoenix
- La geniale costruzione del personaggio di Harley Quinn di Lady Gaga
- La parte musicale non è predominante
- Le apparizioni di Harvey Dent/Due Facce e del Joker di Heath Ledger
- La spiegazione del finale di Joker 2
Perché Joker 2 è un flop?
Dopo il grande successo del primo “Joker”, le aspettative su “Joker: Folie à Deux” del 2024 erano davvero alte. Ma se andiamo indietro nel tempo, notiamo che anche il film Joker 1 aveva ricevuto numerose critiche, nonostante il suo successo di pubblico e premi.
Il primo film su “Joker” del 2019 è incentrato su un personaggio villain classico, cioè appunto il Joker. Tuttavia la pellicola si è decisamente staccata dallo stile e dal tono classico dell’universo di Batman. Più che un film di supereroi e villain è un’opera drammatica. La storia di questo personaggio è molto lontana dalle storyline tradizionali del Joker; i produttori stessi parlavano di una versione alternativa.
Molti hanno criticato il modo in cui il film affronta i temi della salute mentale, della violenza, del degrado sociale. Glorificando l’antieroe e trattandolo come una vittima del sistema, Joker 1 sembra voler trovare una giustificazione del male e di chi lo commette. Inoltre mette in cattiva luce le istituzioni pubbliche, incapaci di supportare i propri cittadini e di creare le condizioni per una loro crescita sana e serena.
In ogni caso l’interpretazione di Joaquin Phoenix nei panni di Joker fu lodata e ammirata da tutti.
Con il film del 2024 la storia di questo Joker prosegue e si capisce che è intesa come un’anticipazione del Joker classico. Sembra infatti un prequel al film “Il cavaliere oscuro” del 2008, con la memorabile interpretazione del compianto Heath Ledger nei panni di Joker.
Ma quali sono le ragioni del flop commerciale di Joker 2? Ve le riassumo in pochi punti.
Il genere musical drammatico non è piaciuto
I produttori hanno creato molta confusione nel periodo antecedente all’uscita del film, etichettandolo in vari modi e contraddicendosi diverse volte. All’inizio del 2024 il direttore della fotografia del film Lawrence Sher e lo stesso regista Todd Phillips hanno dichiarato che non si tratta di un musical anche se c’è molta musica, esattamente come nel primo film.
Questo è vero: nel primo film ci sono colonne sonore che accompagnano le scene e che sono state davvero gettonate e apprezzate, tanto da diventare virali e rappresentative. In questo Joker 2 quindi il pubblico si aspettava uno stile simile. Invece si è visto subito che è un musical vero e proprio e la musica non risulta solo marginale o di accompagnamento.
In un film di genere musical ci sono molte scene in cui i personaggi cantano e ballano e le performance vocali sono una parte importante della loro caratterizzazione. La musica è parte integrante della storia, i brani riflettono le emozioni dei protagonisti e fanno avanzare la trama. Questo è proprio quello che si vede in Joker 2 e che non c’è nel primo Joker. Questa mancanza di chiarezza sul genere del film e la discrepanza rispetto al primo può quindi aver dato molto fastidio al pubblico.
La sceneggiatura sembra debole e non articolata
La trama di questo secondo film “: Joker: Folie à Deux” è molto allungata e poco chiara. Joker 2 è un film con scene di azione limitate, scarso sviluppo, molto teatrale e quasi interamente recitato. La storia è incentrata sulla vita in carcere e sul processo ad Arthur Fleck/Joker. Pone molto l’accento sulla psicologia dei personaggi e sui loro aspetti più intimi e irrazionali: in questo modo però il loro sviluppo risulta criptico e solo un pubblico dalla spiccata sensibilità può coglierne appieno i dettagli. Per la maggior parte degli spettatori le scene appaiono incomprensibili e aperte a molteplici interpretazioni e questo influenza negativamente la ricezione del film.
Inoltre i fan si aspettavano grandi cose dal personaggio del Joker: invece in questo film non c’è evoluzione, con Arthur Fleck che continua a vivere nel suo delirio mentale, combattuto con i ricordi dei traumi infantili e alle prese con i problemi relazionali e sociali.
“Joker: Folie à Deux”: una Harley Quinn poco delineata
Il film si intitola “follie a due” (Folie à Deux) o “follia condivisa tra due persone”. In psichiatria l’espressione indica una situazione in cui due persone condividono la stessa illusione o disturbo psicotico, influenzandosi reciprocamente. Viene definita anche disturbo psicotico condiviso. In Joker 2 quel secondo personaggio dovrebbe essere Lady Gaga nei panni di Lee Quinzel, la futura Harley Quinn. Ma questo personaggio risulta poco presente e abbastanza debole. Non ha un background solido o un arco narrativo definito, non si conosce nulla del suo passato se non attraverso le sue parole, spesso fornite col contagocce. Non appare interessante e coinvolgente rispetto al protagonista, dimostra motivazioni deboli e non credibili che la fanno risultare insignificante.
Se la togliessimo dalla storyline la situazione non cambierebbe molto: a parte cantare e fornire un supporto marginale ad Arthur Fleck, non sembra avere uno sviluppo e una struttura ben definita. La loro relazione è sfumata e vaga: le reali intenzioni di lei escono lentamente ma non sembrano razionali e logiche. Anzi per tutto il film ci si chiede se lei sia reale o sia solo una visione di Joker.
Le prime recensioni hanno influenzato il pubblico
Alla Mostra del Cinema di Venezia il film “Joker: Folie à Deux” ha ricevuto una standing ovation di ben 11 minuti. Ma non è bastato. A pochi giorni dall’uscita del film nelle sale cinematografiche, le recensioni negative da parte dei critici hanno influenzato pesantemente il parere del pubblico. E vi ricordo che le prime recensioni arrivano da fonti internazionali di alto livello, come Daily Mail, Vanity Fair, Vulture, Variety e simili.
Le recensioni positive non sono state altrettando incisive, dimostrando che il film era buono ma non paragonabile primo. Le scelte creative di Todd Phillips con cambiamenti significativi nello stile, nella trama, nel genere rispetto al primo film sono risultate quindi spiazzanti, nonostante una campagna pubblicitaria molto efficace e coinvolgente.
Probabilmente il regista ha azzardato troppo e forse il pubblico non è ancora pronto per un film come Joker 2. In ogni caso Todd Phillips non è certamente un regista da sottovalutare. Ha diretto e prodotto anche il primo film sul Joker e ha alle spalle numerosi premi e pellicole di successo che sono rimaste nella storia. Fra le tante vi ricordo “Una notte da leoni” (2009, 2011, 2013), “Starsky & Hutch” (2004), “Parto col folle” (2010), “Trafficanti” (2016), “A Star Is Born” (2018).
L’impatto della concorrenza: Deadpool & Wolverine
Il pubblico degli appassionati di cinema di supereroi agli inizi di ottobre 2024 era ancora alle prese con l’entusiasmo per il film “Deadpool & Wolverine” della Marvel. Si tratta del terzo capitolo di una trilogia che ha segnato un crescendo in termini di trama, sviluppo dei personaggi, effetti scenici e intrattenimento e che ha superato il miliardo di dollari di incassi.
“Joker: Folie à Deux” è invece un film molto psicologico, drammatico, noir, musicale, che si è trovato di fronte un pubblico completamente diverso rispetto al primo film.
Joker 2 sembra ricalcare la trama del film su “Barbie” del 2023, una commediola teatrale favolistica che esplora temi sociali e valori universali mettendo al centro i classici personaggi di Barbie, Ken e company. Con la differenza che “Barbie” è una pellicola a sé stante, senza film precedenti e senza essere inserita in un universo; inoltre “Barbie” trasmette un messaggio positivo, di promozione dell’uguaglianza e del rispetto, dell’accettazione di sé e degli altri. E questo ne ha decretato il successo con incassi che hanno superato il miliardo di dollari, esattamente come “Deadpool & Wolverine”.
Insomma, Joker 2 non è stato proprio un film di richiamo come “Barbie” e come “Deadpool & Wolverine”. Le premesse però c’erano tutte: la saga di Deadpool ha sapientemente introdotto Wolverine e anche Joker aveva la sua controparte Harley Quinn. Ma come dicevo sopra, la sceneggiatura non ha lavorato bene sul personaggio di Lee Quinzel/Lady Gaga, come invece è stato fatto sul personaggio di Wolverine.
Ma è davvero così brutto il film Joker 2? In realtà no e ora vi spiego i 5 motivi per cui è un ottimo prodotto, quasi a livello del primo.
5 Ragioni per cui “Joker: Folie à Deux” in realtà è un bel film
1. L’incredibile performance di Joaquin Phoenix
Quentin Tarantino ha recentemente elogiato il film “Joker 2”, definendo la performance di Joaquin Phoenix una delle migliori mai viste. Ed è effettivamente così: come nel primo film, anche nel secondo Phoenix ha dimostrato le sue impareggiabili doti attoriali.
Nella sua carriera Phoenix ha interpretato una vasta gamma di ruoli, spaziando da drammi intensi a commedie, da film storici e biografici a film d’azione. Lo ricordiamo tutti nel personaggio che lo ha reso celebre a livello globale, ovvero l’imperatore Commodo nel film Il gladiatore” di Ridley Scott del 2000. Da quel momento è stato tutto un crescendo, sia in termini di successo, di riconoscimenti e premi e soprattutto di sviluppo artistico.
Le sue performance sono caratterizzate da un’eccezionale profondità emotiva: Phoenix riesce a trasmettere sentimenti complessi e non teme di assumere ruoli controversi o difficili. Inoltre è noto per la sua dedizione nella preparazione dei ruoli, che lo porta a cambiare aspetto, postura e comportamento per rendere le sue interpretazioni più autentiche. Per fare il Joker, l’attore statunitense ha perso quasi 25 chili, raggiungendo una magrezza impressionante.
Vale veramente la pena di vedere “Joker: Folie à Deux” per la coinvolgente interpretazione di Phoenix in quello che è il canto del cigno del primo e originario Joker.
2. La geniale costruzione del personaggio di Harley Quinn di Lady Gaga
Vi ho già parlato del personaggio di Harley Quinn/Lee Quinzel interpretato da Lady Gaga. È vero che questa coprotagonista non è ben delineata e poco coinvolgente. Ma si tratta comunque di una figura inserita in maniera originale e inaspettata nella storyline. Sappiamo tutti chi è Harleen Quinzel nell’universo DC Comics. Lei è un personaggio immaginario, originariamente una brillante psichiatra dell’Arkham Asylum, che si innamora del suo paziente più pericoloso, il Joker, e decide di seguirlo nella sua follia criminale.
Nel film di Todd Phillips, Lee Quinzel invece appare inizialmente come una paziente dell’ospedale prigione di Arkham, finita in quel posto per aver dato fuoco al suo condominio; alle spalle sembra avere una famiglia di umili origini con diversi problemi sociali, proprio come Arthur Fleck.
Si avvicina al protagonista come una sua ammiratrice e fan e sembra interessata veramente a lui dal punto di vista sentimentale. Tuttavia un po’ alla volta escono le sue reali motivazioni: in realtà lei è una giovane di famiglia ricca, che sta studiando per diventare psichiatra. Si è volontariamente fatta internare nel carcere psichiatrico per studiare da vicino il caso di Fleck/Joker e le sue azioni sono motivate solo dall’intento di manipolarlo psicologicamente e vederne le reazioni. La storia di Harleen Quinzel si è quindi ribaltata: è Lee Quinzel a plagiare il Joker e non il contrario.
Gli intermezzi in cui canta e balla sembrano essere in parte reali e in parte immaginari. Probabilmente la brillante e malefica donna utilizza il mezzo vocale e musicale per attirare l’attenzione di Joker, conoscendo il suo amore per il teatro comico. Ed effettivamente questo funziona: Arthur Fleck ha più volte delle visioni di se stesso mentre si esibisce con lei sul palco. Inoltre questo fa sbocciare e crescere l’amore per lei.
Tuttavia alla fine la parte razionale prevale su Arthur Fleck. Il protagonista rompe la magia, si attribuisce la colpa di tutto e accetta di essere lui l’autore degli omicidi e non il suo alterego Joker. A quel punto Lee Quinzel lo abbandona perché lui è uscito dal suo “programma psicologico” basato sulla “fantasia”.
Peccato appunto che di Lee Quinzel vediamo poco: non vediamo la sua vita fuori dal carcere psichiatrico, il suo passato, le sue emozioni, le sue intenzioni. Il film ci diceva che era una “follia a due” ma lei non c’è al 100%!
3. La parte musicale non è predominante
Dalle recensioni sembrerebbe che la parte musicale sia prevaricante su tutto, con intermezzi musicali superiori alle parti recitate e una trama incomprensibile a causa della recitazione cantata. In realtà non è proprio così: ci sono molte parti recitate, ci sono tanti dialoghi e diversi personaggi importanti che non cantano. Hanno una parte fondamentale le guardie carcerarie, l’ex collega di teatro Gary Puddles, l’ex vicina di casa di Arthur Fleck, l’avvocato di Arthur e il procuratore Harvey Dent. E questi non cantano mai, se escludiamo qualche motivetto canticchiato.
In Joker 2 le parti musicali, che hanno come protagonisti Joker e Lee Quinzel, si fondono con le scene e proiettano lo spettatore nell’universo mentale e demenziale del protagonista. In certi momenti effettivamente alcune canzoni sono davvero lunghe e poco orecchiabili, con uno stile tipicamente retrò e da cabaret noir; ma non compromettono la comprensione della trama o dei personaggi. Anzi, fanno intuire e comprendere appieno il caos mentale e la scissione interiore del protagonista.
4. Le apparizioni di Harvey Dent/Due Facce e del Joker di Heath Ledger
In questo secondo film sul Joker vediamo apparire anche due figure tipiche dell’universo di Batman: Harvey Dent e il futuro Joker impersonato dall’attore Heath Ledger.
Harvey Dent è uno dei principali antagonisti di Batman, con l’identità del supercriminale Due Facce (Two-Face). Originariamente Dent è un onesto e brillante procuratore distrettuale di Gotham City, impegnato a combattere il crimine al fianco di Batman e del commissario James Gordon.
La sua trasformazione avviene quando, durante un processo, uno degli accusati gli lancia dell’acido sul viso, sfigurando metà del suo volto. Questo evento traumatizzante porta Dent a sviluppare un disturbo dissociativo della personalità, rendendolo ossessionato dalla dualità e dall’equilibrio tra il bene e il male. Così, assume il nome di Due Facce e inizia a commettere crimini, prendendo spesso decisioni importanti basandosi sul lancio di una moneta.
Nel film “Joker: Folie à Deux”, Harvey Dent è interpretato dal giovane attore Harry Lawtey. Lui è il procuratore distrettuale di Gotham City che chiede la pena di morte per Arthur Fleck. Nel finale del film, durante un attentato al tribunale, lo vediamo colpito dalla deflagrazione di una bomba e sfigurato a metà volto.
L’altro personaggio dell’universo DC che appare in Joker 2 è il famoso Joker interpretato da Heath Ledger nel film “Il cavaliere oscuro” (2008) diretto da Christopher Nolan. In quella pellicola Joker era un criminale dalle origini indefinite, una figura caotica, anarchica e imprevedibile. Raccontava spesso storie contraddittorie sul suo passato, lasciando il pubblico e gli altri personaggi incerti su chi fosse realmente.
Nel film Joker 2 vediamo invece una possibile interpretazione della sua origine e di come si è procurato le ferite alla bocca. Connor Storrie è l’attore che interpreta il detenuto dell’Arkham Asylum che segue Arthur Fleck per tutta la storia e con cui ha lo scontro finale. Appare come uno psicopatico, ossessionato da Fleck e dal suo personaggio del Joker. Nel finale lo avvicina con una barzelletta squallida, al solo fine di ucciderlo e poi tagliarsi i lati della bocca.
Potrebbe essere in questo modo che è nato il Joker interpretato da Heath Ledger? Molti pensano che sia davvero così e che questo carcerato squilibrato abbia preso il testimone del Joker, portandolo alle estreme conseguenze.
5. La spiegazione del finale di Joker 2
C’è un messaggio profondo e originale nella parte conclusiva della storia di “Joker: Folie à Deux”. Molti non l’hanno capito e per questo concludo spiegandolo brevemente.
Per tutta la parte inziale e centrale del film, l’avvocato di Arthur Fleck, Maryanne Stewart, cerca di dimostrare l’infermità mentale e il problema di schizofrenia del suo assistito: in certi momenti lui è il debole e indifeso Arthur Fleck, mentre in altri è il sanguinario e folle Joker. Non deve quindi subire la pena di morte ma essere curato.
Nel finale invece Arthur Fleck fa una dichiarazione impressionante: nega di avere due personalità distinte e si assume la piena responsabilità degli omicidi. Fa seguito quindi la sua condanna definitiva, interrotta solo dall’attentato al tribunale con l’esplosione della bomba.
Il Joker di Joaquin Phoenix non è inteso dal regista come un villain criminale antieroe; è solo un simbolo della situazione di Gotham, un personaggio che ha avuto un seguito grazie alla sua storia fatta di povertà, degrado, rifiuto sociale. Non ha niente di speciale, è solo un individuo scelto dai manifestanti per supportare la loro causa contro le istituzioni corrotte della città.
In questo film il tema della responsabilità delle azioni è affrontato in modo originale e anticipa l’obiettivo del Joker interpretato da Heath Ledger. Arthur ammette di avere un controllo pieno sulle sue azioni, accetta il suo lato oscuro, nega la scissione tra una “parte buona” e una “parte cattiva”. La sua follia non deriva da una duplice personalità, ma da una singola identità ormai compromessa che sceglie consapevolmente il caos e la violenza.
Anche il Joker di Heath Ledger è simbolo dell’anticonformismo e della ribellione contro la società, che si oppone a qualsiasi ordine o struttura sociale. Le sue motivazioni non sono legate al denaro o al potere, ma al desiderio di dimostrare che, sotto la superficie, tutti gli esseri umani sono capaci di corruzione e violenza.
In questa storia non c’è il bene o il male: con la giusta coincidenza di diversi fattori, anche il più onesto, indifeso e buono dei cittadini può lasciar prevalere la sua parte cattiva.