Il mito di Pigmalione come spunto per lo storytelling

Avrai sicuramente sentito nominare la parola “Pigmalione” e forse sai anche che si riferisce al mito raccontato dal poeta romano Ovidio. Ma sai perché questo racconto è diventato famoso?

Il mito di Pigmalione, narrato nell’opera Metamorfosi, mostra la storia di un abile scultore di Cipro, Pigmalione, che disprezzava le donne reali per la loro presunta imperfezione. Decise quindi di plasmare una statua che incarnasse la sua idea di bellezza e realizzò una figura femminile in avorio così meravigliosa che se ne innamorò. Desiderando che fosse reale, pregò la dea Afrodite, la quale si commosse per il suo amore e diede vita alla statua. Pigmalione la chiamò Galatea e la sposò.

Il mito è divenuto famoso nel corso dei secoli per il tema dell’amore ideale, oltre che per la riflessione sul potere creativo dell’arte e ha trovato applicazione in molteplici ambiti.

Che differenza c’è tra il Pigmalione di Ovidio e il Pigmalione di Tiro

Fai attenzione a non confondere la storia di Pigmalione di Ovidio con un altro Pigmalione, originario di Tiro. Si tratta di due figure completamente diverse, anche se condividono lo stesso nome.
Pigmalione di Tiro è un personaggio storico, re della città fenicia di Tiro, menzionato nella mitologia greca e romana. Secondo le leggende, era fratello di Didone, fondatrice di Cartagine. È noto per la sua avarizia e per aver ordinato l’uccisione del marito di Didone, Sicheo, al fine di appropriarsi delle sue ricchezze. Questo evento spinse Didone a fuggire da Tiro e a fondare Cartagine.

Cosa significa l’espressione “Essere un Pigmalione”

Torniamo ora al mito di Pigmalione. L’espressione “essere un Pigmalione” deriva proprio dal mito narrato da Ovidio e si riferisce ad una persona che plasma qualcun altro, trasformandolo o aiutandolo a raggiungere il proprio potenziale. Proprio come Pigmalione scolpisce la statua perfetta e le dà vita, un Pigmalione moderno è qualcuno che guida o influenza positivamente una persona, portandola a migliorare o a realizzare una versione migliore di sé.

L’opera “Pygmalion” di George Bernard Shaw

L’espressione “essere un pigmalione” è spesso utilizzata nel contesto di relazioni in cui un mentore o un insegnante aiuta un allievo a perfezionarsi, sia in ambito professionale che personale. Il concetto è stato reso celebre grazie all’opera teatrale “Pygmalion” di George Bernard Shaw. Scritta nel 1912, è una brillante commedia sociale che esplora temi di classe, identità e trasformazione personale. Shaw reinterpreta il mito in un contesto moderno e satirico, riflettendo sulla società britannica del suo tempo.

La trama si concentra sul professor Henry Higgins, esperto di fonetica che scommette con il suo amico, il colonnello Pickering, di poter trasformare Eliza, una fioraia di umili origini e dal linguaggio rozzo e dialettale in una donna dell’alta società. Per farlo gli basta insegnarle a parlare un inglese corretto.

Nel corso dell’opera, Eliza subisce una trasformazione, imparando a parlare e comportarsi secondo le norme dell’alta società. Uno dei temi centrali di Shaw è la critica alle rigide divisioni sociali e all’idea che il valore di una persona dipenda dalla sua apparenza o dal suo modo di parlare.

Nell’opera emergono anche questioni più profonde legate all’identità personale e alla dignità umana. Eliza inizia ad interrogarsi sul proprio posto nel mondo, dimostrando di non essere solo un oggetto da modellare, ma una persona con sentimenti, aspirazioni e capacità decisionali.

L’effetto Pigmalione nella psicologia

La storia di Pigmalione di Ovidio ha trovato spazio in molti ambiti. In psicologia l’effetto Pigmalione si verifica quando una persona proietta aspettative elevate su un’altra (familiare o partner), credendo fermamente nelle sue qualità o potenzialità, al punto da influenzarne il comportamento e lo sviluppo.

Questo effetto può avere risvolti ambivalenti: da un lato, può portare ad una crescita personale e ad una relazione più forte. Dall’altro, può generare pressione o frustrazione, se l’altra persona non riesce a corrispondere a queste aspettative elevate e idealizzate.

La situazione si trasforma in vera e propria “sindrome” quando genera manipolazione. La persona, di fronte a queste alte aspettative, può sentirsi costantemente sotto pressione, sviluppando stati di frustrazione e avvertendo un senso di incapacità. Anche il “plasmatore” si sente frustrato, perché crede che l’altra persona non tenga effettivamente al loro rapporto, dal momento che non si adegua e non soddisfa le sue richieste. La relazione (familiare o amorosa) tra le due persone può allora diventare tossica e squilibrata.

L’effetto Rosenthal in pedagogia

In pedagogia invece si parla di effetto Pigmalione o profezia che si autoavvera. Noto anche come “effetto Rosenthal, si riferisce al fenomeno per cui le aspettative di un insegnante nei confronti di uno studente possono influenzare il suo rendimento scolastico.

L’effetto fu studiato negli anni ’60 dagli psicologi Robert Rosenthal e Lenore Jacobson. Gli studiosi dimostrarono che, quando gli insegnanti si aspettano che certi studenti abbiano risultati migliori, questi tendono effettivamente ad ottenerli. Questo accade perché l’insegnante può, senza rendersene conto, fornire maggiore attenzione, stimoli o feedback positivi agli studenti da cui si aspetta successo, influenzando positivamente il loro apprendimento.

Allo stesso modo, aspettative basse possono avere un impatto negativo. Se un insegnante si aspetta che uno studente non sia in grado di ottenere buoni risultati, può offrirgli meno stimoli e opportunità, limitando così le sue possibilità di miglioramento.

Il mito di Pigmalione come spunto per lo storytelling

Abbiamo visto dunque che il mito di Pigmalione è stato applicato in diversi ambiti: cinema, letteratura, teatro, arte, psicologia, pedagogia, sociologia. Tutto questo grazie alla sua capacità di simboleggiare temi universali come la trasformazione, il potere delle aspettative e la magia della creazione.

Nel mondo aziendale e del marketing, il mito di Pigmalione può essere una fonte di ispirazione per la costruzione dell’immagine di un brand. Si rivela utile nel creare storytelling avvincenti, soprattutto in quei settori legati alla creazione artistica. Pensiamo a parrucchieri e acconciatori, moda e sartoria, prodotti di bellezza e make-up, cura della pelle e cosmetica, arte e design, wedding planner ed eventi.

In tutti questi settori, il mito di Pigmalione può essere efficacemente impiegato per comunicare l’idea che la creazione e la trasformazione non solo migliorano l’aspetto esteriore ma riflettono anche la visione e l’abilità del creatore.

Ci permette quindi di non cadere nel tanto fastidioso copywriting, ovvero nel trasmettere chiaramente l’idea che vogliamo vendere qualcosa. Il nostro obiettivo è invece di far innamorare il cliente del prodotto, coinvolgerlo in un viaggio entusiasmante e fare leva sulle sue emozioni, percezioni e aspettative.

Inoltre un progetto di storytelling che utilizza temi artistici e mitologici è estremamente potente. Può aiutare a creare una narrativa affascinante, che entra in sintonia con i professionisti del settore, i quali spesso vedono il proprio lavoro come una forma di arte.

Un esempio di storytelling applicato a prodotti per capelli

Immaginiamo di dover creare uno storytelling per comunicare efficacemente al pubblico l’uscita di una nuova linea di prodotti per capelli, che possono essere acquistati sia dai parrucchieri che dai clienti. La casa produttrice ci spiega che dobbiamo trasmettere un’immagine di lusso e innovazione e generare coinvolgimento ed entusiasmo nel target di riferimento.

Decidiamo quindi di comunicare l’unicità e la qualità dei prodotti attraverso elementi ispirati all’antichità e il mito di Pigmalione è quello che fa al caso nostro. Ecco i concetti che possiamo trasmettere per creare post sui social, contenuti per il sito web, video, pubblicità.

  • Il risultato dell’opera è nella mente dell’artista (parrucchiere o privato che usa i prodotti per conto suo) ma ancora non si vede. La creazione finale è una sorpresa che lascia lo stesso creatore a bocca aperta.
  • Il tempo matematico scorre, in attesa che l’opera prenda forma. L’artista è impaziente man mano che si avvicina alla realizzazione dell’acconciatura. La creazione è un viaggio entusiasmante verso un risultato magico.
  • Il parrucchiere e il cliente privato, grazie a questi prodotti, diventano artisti che si innamorano delle loro opere man mano che la creano. Proprio come Pigmalione si è innamorato della sua scultura.

Di seguito alcune frasi potenti che possono essere usate per lo storytelling.

“Sperimenta le emozioni di un’opera d’arte che nasce sui tuoi capelli”

“Ogni acconciatura nasce dalla passione e dalla creatività come un vero e proprio prodotto dell’arte”

“Con arte meravigliosa plasmò una forma mai vista prima…e si innamorò della sua creazione”

Come vedi il mito di Pigmalione ci ha permesso di creare una bozza di narrazione coinvolgente. Abbiamo mostrato la nuova linea di prodotti come uno strumento essenziale per gli “artisti” (parrucchieri o utenti) che desiderano esprimere appieno la loro creatività e raggiungere risultati sorprendenti.

Collegare il mito di Pigmalione all’acconciatura dei capelli permette di mostrare l’utilizzatore dei prodotti come un artista che si innamora delle sue creazioni mentre le realizza. E questo genera in lui entusiasmo, coinvolgimento e soprattutto fedeltà al brand.