Come misurare la motivazione di un soggetto a intraprendere un percorso, a ricoprire un posto di lavoro, a raggiungere un obiettivo, a prendere parte ad un progetto? La motivazione è un elemento fondamentale nella vita di ognuno di noi, perché è ciò che ci spinge ad agire, a perseguire obiettivi e a superare ostacoli. In ambito scolastico, lavorativo, artistico o di business riconoscere la motivazione delle persone coinvolte e dei soggetti interessati è essenziale per ottenere dei risultati.
Tuttavia non è facile in un primo momento misurare questo parametro, perché è un fattore complesso e multidimensionale, spesso difficile da valutare in modo diretto. Esistono comunque diversi studi e tecniche a riguardo.
Che cosa si intende per motivazione
La motivazione è un insieme di processi psicologici, emotivi e di comportamento che attivano, dirigono e sostengono le nostre azioni verso un fine. È la forza che alimenta il desiderio di raggiungere traguardi, affrontare sfide e migliorare noi stessi, sia in ambito personale che professionale.
Esistono diverse tipologie di motivazione, che possiamo riconoscere in base alla loro origine e al tipo di obiettivo. Una distinzione classica è tra la motivazione intrinseca e quella estrinseca.
La motivazione intrinseca deriva dal piacere e dalla soddisfazione che proviamo nello svolgere un’attività per il suo valore. Ad esempio, leggere un libro per il puro piacere di apprendere o pulire la casa per il semplice appagamento che ci deriva da un ambiente ordinato e sano.
La motivazione estrinseca è invece guidata da fattori esterni, come ricompense materiali, riconoscimenti sociali o obblighi. Studiare per ottenere un voto alto e arrivare alla promozione o lavorare per ottenere uno stipendio sono motivazioni estrinseche.
La distinzione tra motivazione intrinseca ed estrinseca è stata approfondita dagli psicologi americani Edward Deci e Richard Ryan nella loro Teoria dell’Autodeterminazione del 1985.
La motivazione ad apprendere: estrinseca o intrinseca?
La motivazione ad apprendere è un caso particolare che interessa l’essere umano in tutte le fasi della sua vita, da quella scolastica a quella lavorativa, toccando anche la vita privata. Riguarda il desiderio di acquisire nuove conoscenze o competenze, spesso legato a curiosità, interesse o alla necessità di risolvere problemi specifici.
Avrai dunque intuito che può essere sia intrinseca che estrinseca. La motivazione ad apprendere estrinseca è guidata da fattori esterni, come ricompense, riconoscimenti, pressioni sociali o necessità pratiche. Sebbene possa essere efficace a breve termine, non sempre garantisce un apprendimento profondo.
Pensiamo ai corsi obbligatori sulla sicurezza: per quanto siano di vitale importanza, quante persone li seguono con reale motivazione e non semplicemente perché è un obbligo formativo? Questo tipo di motivazione ad apprendere diminuisce una volta che la ricompensa viene raggiunta e comporta spesso la dimenticanza delle conoscenze apprese.
La motivazione ad apprendere intrinseca si ha quando il desiderio di apprendere nasce da un interesse personale, dalla curiosità o dal piacere di acquisire nuove conoscenze o competenze. È sostenibile e favorisce l’apprendimento profondo e duraturo, porta ad un impegno più profondo, favorisce la creatività e la capacità di pensiero critico. Inoltre riesce a superare eventuali ostacoli o difficoltà.
Uno studente può approfondire un argomento perché lo trova affascinante, indipendentemente dal fatto che gli sia imposto dal professore. Un professionista può impiegare del tempo libero per specializzarsi nella sua materia, solo perché gli piace e lo fa sentire appagato.
Sebbene la motivazione ad apprendere intrinseca sia più forte, anche quella estrinseca ha il suo potere: le due facce della stessa medaglia possono coesistere e influenzarsi a vicenda. Una motivazione prevalentemente intrinseca può in certi casi rafforzarsi grazie ad incentivi estrinseci; ad esempio a seguito di riconscimenti verbali o premi concreti. E a sua volta una motivazione iniziale estrinseca in termini monetari potrebbe innescare l’interesse iniziale e portare a sviluppare un desiderio spontaneo di apprendere.
Le tipologie di motivazione: i comportamenti associati
David McClelland nella sua “teoria dei bisogni” contenuta nel libro The Achieving Society ha individuato tre categorie di motivazione, legate a differenti obiettivi, bisogni e interessi del soggetto. Il bisogno di successo, cioè la spinta ad eccellere e raggiungere obiettivi ambiziosi; il bisogno di affiliazione, come desiderio di stabilire relazioni positive con gli altri; il bisogno di potere, inteso come volontà di influenzare e controllare gli altri e l’ambiente circostante.
Queste motivazioni sono inserite all’interno della più ampia “gerarchia dei bisogni” (a volte la trovate definita “piramide dei bisogni”) teorizzata da Abraham Maslow. I bisogni umani si organizzano in una gerarchia, dai bisogni di base (come cibo e sicurezza) a quelli più elevati (come la realizzazione di sé). C’è uno stretto legame quindi tra bisogni e motivazioni.
La motivazione è un motore potente che guida il nostro comportamento. Comprendere i suoi meccanismi può aiutarci non solo a migliorare le nostre performance, ma anche a scegliere le persone giuste per avviare progetti e iniziative. Come ho già accennato all’inizio, non è un fattore misurabile direttamente e non è facile da individuare con sicurezza.
Di frequente le motivazioni degli individui sono apparenti e celate da menzogne: una persona può sembrare motivata ma in realtà agisce principalmente per soddisfare aspettative altrui o per ottenere benefici estrinseci e materiali. È quello che succede ai colloqui di lavoro, dove i candidati fingono forti motivazioni, che in realtà sono sostenute solo dal desiderio di ottenere uno stipendio.
Come rilevare la presenza di motivazione intrinseca
La motivazione intrinseca e duratura si può rilevare e dedurre da affermazioni e comportamenti del soggetto. Si possono porre domande mirate a capire cosa lo spinge davvero ad agire (riconoscimenti o crescita personale) e come si comporta in determinati contesti (comportamenti associati).
Hai persistenza nel perseguire obiettivi, spirito di iniziativa nel prendere decisioni, curiosità verso nuove esperienze? Sei flessibile nel superare ostacoli, ti concentri su obiettivi a lungo termine e sei in grado di auto-motivarti?
Con alcune domande si possono esplorare i bisogni prevalenti (quelli teorizzati nella piramide di Abraham Maslow) e le motivazioni e gli obiettivi professionali e personali (modello di McClelland).
Per questo ai colloqui di lavoro spesso i selezionatori vi chiedono: “Raccontami una situazione in cui hai affrontato una sfida importante” oppure “Come ti comporteresti se dovessi lavorare su un progetto che non ti appassiona?”
Di certo una persona supportata da una combinazione di bisogni e motivazioni è più determinata e avrà una costanza maggiore nel perseguire obiettivi e nel portare a termine progetti.
Come misurare la motivazione: i test
Alcuni test standardizzati misurano aspetti come la personalità, l’interesse per il lavoro, l’energia investita e l’orientamento agli obiettivi.
Il Test Big Five della personalità è uno strumento utilizzato in psicologia per misurare i tratti principali della personalità umana attraverso una serie di domande. Fornisce una visione sfumata e generica della personalità, non esaustiva ma comunque indicativa. Lo potete trovare gratuitamente anche online a questo link. I cinque fattori su cui si basa sono:
1. Apertura all’esperienza (propensione a nuove idee, esperienze e creatività)
2. Coscienziosità (autodisciplina, organizzazione e affidabilità)
3. Estroversione (socievolezza, energia e assertività)
4. Gradevolezza (gentilezza, tendenza ad essere empatici e cooperativi)
5. Stabilità emotiva (livello di ansia, irritabilità o insicurezza)
Le simulazioni di casi reali, esercizi pratici e di gruppo e il role-playing consentono di osservare il comportamento reale di un soggetto. Questi sono utili per valutare motivazione intrinseca, spirito di iniziativa e atteggiamento verso performance lavorative, di business e di studio.
Il test Gallup Q12 è un questionario che misura il livello di coinvolgimento dei dipendenti all’interno di un’organizzazione e si basa su alcune domande chiave. Oltre alla soddisfazione dei dipendenti, identifica le aree di miglioramento nella gestione del personale e fornisce informazioni utili per creare un ambiente lavorativo più stimolante e produttivo.
Per un leader può essere fondamentale ottenere delle risposte alle domande “Negli ultimi sette giorni, ho ricevuto riconoscimenti o elogi per aver fatto un buon lavoro?”, “C’è qualcuno al lavoro che incoraggia il mio sviluppo?”
Infatti queste risposte da parte di dipendenti e collaboratori indicano se l’ambiente di lavoro riesce a generare non solo motivazioni estrinseche (benefit, premi di produttività, stipendi) ma anche intrinseche (motivazione ad apprendere, successo, desiderio di stabilire relazioni positive con gli altri).
Le stesse domande riformulate possono essere proposte a nuovi candidati e collaboratori, ad esempio “Ritieni importante fare dei briefing sui progressi, a cadenza mensile o annuale?” oppure “Pensi che sia fondamentale ricevere riconoscimenti o elogi per aver fatto un buon lavoro?”
Altri test che si possono utilizzare sono quelli sulla motivazione professionale e sulle soft skills, per valutare competenze trasversali come leadership, comunicazione, e problem-solving.
Per finire alcune letture che puoi trovare nelle piattaforme online o nelle librerie.
Motivazione e personalità di Abraham H. Maslow
Drive. Cosa davvero guida la nostra motivazione di Daniel H. Pink
La motivazione. Teorie e processi di Angelica Moè
Comprendere la mente motivata. Teorie e strumenti su motivazione e bisogni psicologici di Maurizio Brasini e Mauro Giacomantonio